Pubblicazioni del Centro di Ricerca ABCD

Questa sezione del sito è dedicata alle pubblicazioni (saggi, capitoli, riflessioni) che riguardano la storia e le attività svolte da ABCD

 

Mani sollevate a un evento pubblico

Quartararo C. & Ruspini E. (2020). “Genere, orientamenti sessuali, spazi museali: disuguaglianze ed inclusioni”. In: S. Briatore (a cura di), Distretto X. Sguardi plurali sui musei: riflessioni sulle identità di genere. Roma: Artemide, pp. 11-12.

https://www.artemide-edizioni.it/prodotto/distretto-x/

Quartararo C. & Ruspini E. (2021). “Il Genere nell’Università. Il Centro di Ricerca Interdipartimentale per gli Studi di Genere ABCD”. In: C. Buzzacchi & R. Provasi (a cura di), Dalle Gender alle Diversity Quotas. Un impegno per società e istituzioni. Torino: Giappichelli Editore, pp. 113-128.

https://www.giappichelli.it/dalle-gender-alle-diversity-quotas-9788892138681

Quartararo C. & Ruspini, E. (2021). “A Gender-sensitive Tool to Promote Gender Equality in Academia. The Gender Budget Report”. In: M.C. Agodi, A. Lauria & I. Picardi (a cura di), Gendered Academia. Inequality and Inclusiveness in Changing Italian Academic Governance. Napoli: FedOA Press/Unina University Press, pp. 83-92

http://www.fedoabooks.unina.it/index.php/fedoapress/catalog/book/408

Nobel 2020: che genere di valore?

Come ABCD-Centro Interdipartimentale per gli Studi di Genere dell’Università di Milano-Bicocca proponiamo di seguito alcune riflessioni costruite intorno ad un evento che ci pare particolarmente significativo: l’assegnazione di 4 premi Nobel 2020 a scienziate e studiose.

La lettura dei processi di riconoscimento nell’assegnazione dei Nobel è una dimensione molto interessante per gli Studi di Genere. Si tratta di un ambito che tocca due domini storicamente appannaggio dell’universo maschile: da un lato, l’arena sociale e pubblica (quella del prestigioso premio Nobel), dall’altro lato, il campo del sapere scientifico. Lo spazio di riconoscimento o viceversa - di mancato riconoscimento - può pertanto fornire interessanti spunti di riflessione.

 

LA NOTIZIA

Nel 2020 quattro donne sono state riconosciute premi Nobel, di queste tre in ambito scientifico: https://www.nobelprize.org/

 

 

  • Premio Nobel 2020 per la Fisica – assegnato all’astronoma Andrea Ghez che ha condiviso il premio con il collega Reinhard Genzel. L’altra metà del merito è stata riconosciuta a Roger Penrose. Sono stati premiati per avere migliorato la comprensione dell’universo, in particolare dei buchi neri, nello specifico per la scoperta di un oggetto compatto supermassiccio al centro della nostra galassia.

 

  • Premio Nobel 2020 per la Letteratura – assegnato alla poetessa e saggista Louise Glück “per la sua inconfondibile voce poetica che con l’austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”.

 

Donne, Scienza e Nobel: che genere di riconoscimento?

L’analisi della storia del premo Nobel – una dimensione di grande importanza per comprendere la percezione e posizione delle donne nella scienza – mette in luce evidenti e radicati gender gaps, soprattutto in ambito scientifico. Per scienziati e scienziate, le opportunità di accesso a tale importante riconoscimento sembrano avere avuto possibilità marcatamente differenti.

Nel tempo, l’arena pubblica del Nobel ha dato spazio, tra il 1901 e il 2020, a sole 57 donne (58 premi Nobel su un totale di 603): il 6% degli individui premiati (962). La prima donna insignita del Nobel per la Fisica fu Marie Curie (1903), la quale ottenne anche il Nobel per la Chimica nel 1911.

Sono 23 i riconoscimenti complessivi tra i Nobel assegnati a donne: 4 in Fisica, 7 in Chimica, 12 in Medicina, 2 per l’Economia, 16 nel campo della Letteratura, 17 Nobel per la Pace (The Nobel Prize, 2020). È al contempo lunga la lista di scienziate escluse. Colei che scoprì i pulsar – Jocelyn Bell – non ottenne alcun riconoscimento. Il premio per la Fisica, nel 1974, andò al suo professore Antony Hewish, scienziato di maggior fama.

L’“effetto san Matteo” (Matthew Effect) – identificato dal sociologo Robert K. Merton in collaborazione con la moglie e sociologa Harriet Zuckerman, che spiega come i vantaggi iniziali tendono ad associarsi e amplificarsi, premiando in modo cumulativo e ineguale chi riveste già un ruolo privilegiato – ha influito negativamente sui riconoscimenti attribuiti alle donne scienziate. In un contesto, come il lavoro scientifico, in cui il gruppo di ricerca è fondamentale, questo implicito automatismo osservato ha contribuito a minimizzare e opacizzare il lavoro femminile all’interno dei gruppi di lavoro.

La costante sottovalutazione dei risultati scientifici conseguiti dalle donne e la sistematica negazione del loro contributo è stato studiato dalla storica della scienza Margaret W. Rossiter (Rossiter, 1993) ed è noto come “effetto Matilda” (Matilda Effect). Il premio Nobel del 1944 per la Chimica – per esempio – fu assegnato a Otto Hahn. Egli aveva compiuto l’esperimento del processo di fissione nucleare ma era stata la collega Lise Meitner a interpretarne i risultati. Anche la scienziata sino-americana Chien-Shiung Wu – pur apportando il suo significativo contributo – non fu riconosciuta Nobel per la Fisica nel 1957, al contrario dei due colleghi uomini con i quali aveva lavorato.

 

 

Scienza e società: che genere di rappresentazione?

 

I premi Nobel segnano, come abbiamo detto, un doppio avanzamento per le donne: nell’arena sociale e pubblica e nel campo del lavoro scientifico. In effetti, la presenza femminile nelle scienze è aumentata, così come è aumentato il numero di scienziate insignite del Nobel (The Nobel Prize, 2020). Oggi sempre più donne scelgono la carriera scientifica; tuttavia, i dati a disposizione (Rapporto della Comunità Europea She Figures, 2018) mostrano come la parità di genere sia ancora lontana.

La recente notizia di riconoscimento dei premi Nobel mostra, di fatto, alcuni nodi problematici. A tal proposito va ricordato come alcuni titoli di giornale abbiano descritto e rappresentato con poco rispetto le donne scienziate vincitrici definendole: “Le Thelma e Louise del DNA” - “Donne del taglia-incolla del DNA” - “Mamma e nuotatrice”. Ciò ha banalizzato un importantissimo riconoscimento. Premesso che la corretta rappresentazione mediatica dovrebbe costituire un criterio fondante alla base dell’informazione, la modalità con cui le notizie veicolano questi riconoscimenti non costituisce un fattore marginale. Al contrario, la stessa Convenzione di Istanbul contro la violenza nei confronti delle donne sottolinea quanto l’elemento culturale sia fondamentale nel combattere disuguaglianze e stereotipi di genere e assegna all’informazione un ruolo specifico richiamandola alle proprie responsabilità (art. 17).

Chiudiamo questo breve intervento esprimendo le nostre più vive congratulazioni alle studiose e scienziate che hanno vinto il Nobel, convinte che la loro tenacia, il loro impegno e il loro esempio potranno essere una importante fonte di ispirazione per tante donne, più o meno giovani, in particolare all’interno delle discipline STEM.

Di seguito, due brevi, significativi estratti tratti dai discorsi ufficiali di due scienziate riconosciute premi Nobel 2020:

Emmanuelle Charpentier – Premio Nobel Chimica

 Le donne possono lasciare un segno importante nella scienza ed è importante che lo sappiano le ragazze che vogliono lavorare nella ricerca. Spero che questo riconoscimento sia un messaggio positivo per le ragazze che vorrebbero seguire la strada della ricerca". La speranza, ha aggiunto, è che questo Nobel "dimostri alle più giovani che le donne possono avere un impatto attraverso le ricerche che svolgono".

Andrea Ghez – Premio Nobel Fisica

Spero di ispirare altre giovani donne a dedicarsi a questo campo del sapere. La fisica è uno studio che può regalare così tante soddisfazioni e se si è appassionati di scienza, c’è veramente molto da fare.

 

 

Per approfondimenti

 

Convenzione di Istanbul:

https://www.coe.int/en/web/istanbul-convention/text-of-the-convention

 European Commission (2019), She Figures 2018, Luxembourg: Publications Office of the European Union

https://ec.europa.eu/info/publications/she-figures-2018_en

 Global Media Monitoring Project (1995–2010) (GMMP), la più estesa ricerca sul genere, femminile e maschile, nei mezzi d’informazione:

http://whomakesthenews.org/gmmp-2020

https://www.osservatorio.it/download/GMMP_Italy.pdf

IWMF-International Women’s Media Foundation (2011), Global Report on the Status of Women in the News Media:

https://www.iwmf.org/resources/global-report-on-the-status-of-women-in-the-news-media/

Merton, R.K. (1968), The Matthew Effect in Science, Science, 159(3810), pp. 56-63:

http://www.garfield.library.upenn.edu/merton/matthew1.pdf

Osservatorio GEMMA-GEnder and Media MAtters:

https://www.coris.uniroma1.it/unit-di-ricerca/17563

Rossiter, M. (1993), The Matthew Matilda Effect in Science. Social Studies of Science, 23(2), pp. 325-341.

The Nobel Prize (2020), Nobel Prize Facts:

https://www.nobelprize.org/prizes/facts/nobel-prize-facts/

https://www.nobelprize.org/prizes/lists/nobel-prize-awarded-women/

Zuckerman, H. (1967), The Sociology of the Nobel Prize, Scientific American, 217(5), pp. 25-33.

Zuckerman, H. (1967), Nobel Laureates in Science: Patterns of Productivity, Collaboration and Authorships, American Sociological Review, 32, pp. 391–403.